venerdì 9 settembre 2011

Giornalista ficcanaso sconquassa i piani dei politici locali

Da mesi vivo nell'idea stravagante che qualcuno possa ricordarsi di me post mortem.
No, non ho manie suicida, per carità. Sono così grata per la vita che mi è stata donata, come potrei sprecare un dono così meraviglioso?

E' solo che quando fai il giornalista, oltre a essere vittima di querele e denunce, a un certo punto, quando anche gli altri si accorgono che stai facendo il tuo lavoro senza chinarti, sei sottoposto ad angherie e pressioni. Ma pure ad altro.

Che sia una città metropolitana come un paese di provincia, i rischi di pestare i piedi a qualcuno che non gradisce sono gli stessi. E se quel qualcuno non è così trasparente come dovrebbe (soprattutto se eletto dal popolo per rappresentarlo) fa presto a innervosirsi.

E dunque, un luogo che non abbia testate giornalistiche cosa ti fa pensare?
a) Non ci sono giornalisti;
b) Quelli che ci sono collaborano con testate nazionali (troppo importanti per ridursi a fare cronaca locale);
c) Sono rimasti i fantasmi.

I colleghi vittime del medesimo meccanismo possono comprendere lo stato d'animo con cui si affronta la quotidianità, qualcuno è finito sotto scorta.
Ma io mi chiedo: se la magistratura facesse il suo corso/dovere perchè dovrei preoccuparmi per la mia vita?