sabato 27 febbraio 2010

Uno su mille ce la fa..

A tempo perso (si fa per dire) svolgo un ruolo che da bambina sognavo di intraprendere come professione: la docente. Ogni avventura didattica diventa un’avventura di vita e mi ritrovo, così, a scoprire l’evoluzione delle giovani generazioni.

Solo fino a un anno fa i discenti pendevano dalle labbra degli insegnanti perchè li ritenevano fonte di sapere, di conoscenza e di cultura (di qual tipo si voglia); oggi mi rendo conto che questi giovani sono diversi. Hanno più armi per attaccare e per difendersi, sono sicuri di sè e non perdono occasione per farti notare che potresti rischiare di essere antiquato.
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mercoledì 24 febbraio 2010

Novità alla Camera, ripristinati i fondi per i giornali di partito

Di nuovo riporto integralmente una notizia di Corriere.it. Novità all’orizzonte? Direi che è un film già visto..

I tagli, che erano stati previsti dalla Finanziaria 2010, vengono ripristinati al 100 per cento
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martedì 23 febbraio 2010

Un gruppo su Facebook per impiegare 1000 giovani siciliani nel fotovoltaico

Riporto integralmente un articolo di Green me.it Sarò buono con la Terra. Credo sia uno spunto interessante di riflessione: facebook consolida il suo ruolo di aggregatore di notizie e di divulgatore di iniziative. Se la piazza tradizionale trovava nella sua “fisicità” un deterrente per la diffusione delle informazioni, i social network continuano la loro scalata.. Nonostante alcuni sondaggi decretino ancora il passa-parola come fonte ufficiale di “pubblicità”. Il ruolo del rapporto de visu detiene ancora la maggiore influenza nella credibilità delle fonti. Ma la rete non scherza..
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lunedì 22 febbraio 2010

«Io, manager tradita dall’azienda. Dopo il parto costretta a licenziarmi»

Riporto integralmente un articolo del Corriere.it perchè ho la sensazione che qualcosa, nel nostro paese, ma di più, nel mondo delle imprese, cominci a incrinarsi. Quel rapporto di fiducia, tanto ostentato, va perdendosi. E la donna ne subisce, come sempre, le conseguenze più evidenti, di un sistema ormai perverso.
Convocata dal direttore appena rientrata: «Grazie, non ci servi più»
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Arte. Da Nord a Sud, le università italiane valorizzano l’altra cultura italiana

Mercoledì 16 dicembre scorso è stato presentato il progetto culturale ‘Bocconi art gallery’, un modo diverso di stabilire un legame con il mondo dell’arte contemporanea e con la città, un modo alternativo per costruire un dialogo non solo attraverso il linguaggio economico. L’obiettivo, quello di consolidare un museo permanente a disposizione di Milano: 69 opere e 133 artisti internazionali, tra i quali il maestro Arnaldo Pomodoro.
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sabato 20 febbraio 2010

Ormai le tangenti fanno molta parte del marketing. E allora parliamone.

Giusto 18 anni fa, a Milano, arrestavano per una tangente da cinque milioni di lire (2.500 euro attuali) il “mariuolo” Mario Chiesa, responsabile del Pio Albergo Trivulzio (ospedale e ricovero per anziani), inaugurando il ciclo denominato “mani pulite”.
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domenica 14 febbraio 2010

E' tempo di traslocare..

Questo blog sarà presto inattivo. Continuerò ad aggiornare con recensioni librarie il mio pubblico qui: http://marilenarodi.wordpress.com/
A tutti grazie.

martedì 2 febbraio 2010

Questione di ‘territorio’, Cristina Zagaria racconta la ‘sua’ Napoli a Bari. Perché no










«Questa è la differenza tra la merda e noi. Noi stiamo zitti».
Il book trailer che ha portato Cristina in aula provoca il silenzio prima, poi il brusio incuriosito, poi un imprevisto «Vai, dai!»: straordinariamente inaspettato per un auditorio giovanile in una terra quieta e apparentemente staccata dai problemi di malavita..
È il giorno dell’orientamento universitario alla Lum Jean Monnet di Casamassima in provincia di Bari, la Libera università mediterranea: unica privata in Puglia.
L’evento del giorno “Giornalisti nella mafia”. A incontrare gli studenti, Cristina Zagaria, giornalista di Repubblica che presenta il suo ultimo libro Perché no (Perdisa, pp. 128, € 9,00).
Ma è solo un pretesto: l’obiettivo è quello di parlare con i giovani di informazione, di comunicazione, prendendo spunto da un evento di cronaca del
29 gennaio scorso verificatosi nei vicoli di Napoli: la rapina messa a segno da due giovinetti poco più che tredicenni, ancora in odore di incoscienza, al quale si riferisce il book trailer e a cui si ispira il libro.
«In realtà non sapevano nemmeno loro esattamente a cosa andavano incontro», racconta Cristina. «Sono andata là e ho fatto due chiacchiere con loro, dovevo ricostruire i fatti e avevo bisogno della testimonianza diretta – continua. Erano solo due ragazzetti e il ‘colpo’ è nato strada facendo: una mattina, quasi casualmente, uscendo di casa e decidendo di marinare la scuola». Così l’autrice racconta le vicende di quelle ore evolutesi tra le viuzze e sotto gli occhi dei passanti e dei residenti: una donna viene derubata, lei urla, chiede aiuto, ma nemmeno l’uomo rimasto sulla porta del negozio di fronte interviene. Lei è la maestra delle elementari dei suoi rapinatori. Loro, guardandola negli occhi, la colpiscono più volte. In cosa ha sbagliato coi suoi alunni?
Il silenzio in aula si fa assordante. Di fronte a Cristina Zagaria, ci sono gli studenti e gli insegnanti.
Come si raccontano gli episodi di ‘nera’ in città come Bari e Napoli?
«Questa è una piccola storia di cronaca che racconta la piccola vita di piccole persone in un piccolo libro», dice la Zagaria: «è carico di napoletanità». C’è qualcosa che accomuna Napoli e Bari (ora che è qui, di fronte al ‘piccolo’ pubblico barese, riflette e ricorda il momento in cui è tornata nella città levantina, dopo due anni): è la vivacità. Ma trova Bari nervosa, non l’aveva mai notato prima.
E il modo di comunicare? «La comunicazione tra guaglioni malavitosi a Napoli si evolve: ora se fanno ‘il palo’ chiamano i nomi di donne quando devono annunciare l’arrivo della polizia».
Napoli in realtà ha un’architettura urbana differente da quella di Bari; i quartieri si sovrastano uno su l’altro senza una netta separazione, si mescolano inevitabilmente tra loro insieme alle genti, alle abitudini. E un’abitudine che emerge è quella di fare silenzio quando non si deve parlare. Proprio come è capitato ad Adriana, la maestra, vittima della rapina. Napoli non si ribella, accetta il silenzio come baluardo per la sopravvivenza.
I giovani sono disorientati, ma nel loro piccolo mondo, sono capaci di essere curiosi e di interessarsi alla vita quotidiana, anche se danno l’impressione di essere staccati dalla realtà. Pongono domande ed esigono risposte: credibili, possibilmente. Non tardano infatti a farsi sentire: nel primo pomeriggio Cristina riceve mail dagli studenti: chiarimenti, curiosità e approfondimenti sugli argomenti trattati in aula.
Il libro si presta a favorire discussioni sulla comunicazione ai tempi di internet, sulle abitudini dei ragazzi e sulle censure giornalistiche, sull’uso dei social network e sugli scambi culturali tra generazioni diverse.
Perché no.. la cultura rende liberi.
©Marilena Rodi
[da Tra gli scaffali di Periodico italiano)

Il book trailer