Saramago ha un’aria fragile, ma siede ben diritto sulla poltrona nella sua piccola casa di Lisbona, costruita nel primo dopoguerra, e se ne sta accanto al fuoco del caminetto, al riparo dal vento umido dell’Atlantico. Lo scorso inverno è stato portato d’urgenza in ospedale per problemi respiratori, «Esitavano ad accettarmi perché ero in condizioni piuttosto gravi», ricorda, e aggiunge con un sorrisetto: «Non volevano essere l’ospedale in cui è morto José Saramago».
To be continued..